L’attenzione in questi giorni è rivolta alla prossima apertura della stagione. Calendari, tempi, specie, pareri Ispra, possibili ricorsi ai Tar… monopolizzano come sempre gli interessi degli appassionati. A questi si aggiungono due ulteriori incognite: il manifestarsi, anche se a ritmi più lenti del paventato, di nuovi focolai di Peste suina africana e la questione piombo. Per la Psa Federcaccia è scesa in campo sin dal primo caso, intessendo rapporti strettissimi sia col precedente che con l’attuale Commissario straordinario, con le Istituzioni a tutti i livelli e con tutte le parti interessate, facendo informazione – nostro il primo incontro pubblico organizzato nel Genovese – e soprattutto arginando forzature e strumentalizzazioni nei confronti di tutti i tipi di caccia e dimostrando l’insostituibile ruolo delle squadre e dei singoli cacciatori per giungere a una soluzione.
Problema piombo. Anche questo tema è stato seguito da Federcaccia sin dall’apparire del relativo dossier sui tavoli della Commissione Europea. Negli anni, con un paziente ma continuo lavoro di lobby – che non è una parolaccia, ma il modo in cui i nostri oppositori ottengono i loro risultati migliori -, spesso unica associazione venatoria presente ai tavoli di lavoro specie all’inizio, siamo riusciti a rallentare e mitigare in maniera sensibile quello che sin dall’inizio si mostrava essere in realtà l’ennesimo attacco alla caccia. L’impegno quotidiano di Federcaccia su questi è sotto gli occhi di tutti: dagli studi a sostegno dei calendari alle aule dei Tar, dall’assistenza e collaborazione agli assessorati Caccia di tutta Italia a un confronto continuo, anche aspro se serve, con Ispra, dalla formazione dei cacciatori ai contatti frequenti con le Istituzioni e la politica a tutti i livelli. Ma come ripeto da tempo, le Associazioni non possono limitarsi a difendere tempi e specie. La caccia deve far comprendere di essere sostenibile e compatibile con la tutela di ambienti e specie. Sono riflessioni scomode, ma la superficialità e il populismo servono solo a vendere più tessere un anno, non a costruire il futuro. Federcaccia ha scelto la via di una intelligente coerenza e della professionalità per la tutela e la riqualificazione della caccia all’interno della società moderna. Ha scelto, cioè, di essere parte della soluzione dei problemi.
EDITORIALE; ATTUALITÀ, Il virus nel mirino; UFFICIO STUDI E RICERCHE, Conservare la caccia italiana – Una via di coesistenza; CACCIA E LEGISLAZIONE, La caccia in aula; TESSERAMENTO 2023, Vivere la caccia in sicurezza; PREPARARSI ALL’APERTURA, Tecnologia che passione! – Con i piedi in terra – Un “tagliando” importante – I bisogni del cane-atleta – Etica, lealtà e rispetto – Dimmi dove sei; LE RUBRICHE, Il menù dell’apertura; LA VETRINA DEL CACCIATORE
Editoriale
Aspettando l’apertura
L’attenzione in questi giorni è rivolta alla prossima apertura della stagione. Calendari, tempi, specie, pareri Ispra, possibili ricorsi ai Tar… monopolizzano come sempre gli interessi degli appassionati. A questi si aggiungono due ulteriori incognite: il manifestarsi, anche se a ritmi più lenti del paventato, di nuovi focolai di Peste suina africana e la questione piombo. Per la Psa Federcaccia è scesa in campo sin dal primo caso, intessendo rapporti strettissimi sia col precedente che con l’attuale Commissario straordinario, con le Istituzioni a tutti i livelli e con tutte le parti interessate, facendo informazione – nostro il primo incontro pubblico organizzato nel Genovese – e soprattutto arginando forzature e strumentalizzazioni nei confronti di tutti i tipi di caccia e dimostrando l’insostituibile ruolo delle squadre e dei singoli cacciatori per giungere a una soluzione. Di questo leggerete più e meglio nell’articolo con cui apriamo questo numero. Problema piombo. Anche questo tema è stato seguito da Federcaccia sin dall’apparire del relativo dossier sui tavoli della Commissione Europea. Negli anni, con un paziente ma continuo lavoro di lobby – che non è una parolaccia, ma il modo in cui i nostri oppositori ottengono i loro risultati migliori -, spesso unica associazione venatoria presente ai tavoli di lavoro specie all’inizio, siamo riusciti a rallentare e mitigare in maniera sensibile quello che sin dall’inizio si mostrava essere in realtà l’ennesimo attacco alla caccia. Un impegno che continua tuttora, da soli e insieme alle altre Aavv. Mentre scrivo queste note è stata inviata al Governo a firma della Cabina di Regia la richiesta di un incontro urgente sulla circolare applicativa del 9 febbraio scorso emanata dai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura per definire ulteriori semplici e chiare indicazioni per scongiurare le più varie e difformi – non è difficile immaginare anche pretestuose – interpretazioni che potrebbero mettere in difficoltà i cacciatori. Con l’occasione è nostra intenzione confrontarci con il Governo, dimostratosi fin qui disponibile all’ascolto, anche sugli altri già citati temi da tempo sul tavolo. L’impegno quotidiano di Federcaccia su questi è sotto gli occhi di tutti: dagli studi a sostegno dei calendari alle aule dei Tar, dall’assistenza e collaborazione agli assessorati Caccia di tutta Italia a un confronto continuo, anche aspro se serve, con Ispra, dalla formazione dei cacciatori ai contatti frequenti con le Istituzioni e la politica a tutti i livelli. Ma come ripeto da tempo, le Associazioni non possono limitarsi a difendere tempi e specie. La caccia deve far comprendere di essere sostenibile e compatibile con la tutela di ambienti e specie. Lo deve fare non riferendosi al suo passato, ma mostrandosi proattiva, affrontando e guidando i cambiamenti, anticipando i temi di una sensibilità sociale che, inutile illudersi, non tornerà mai indietro ai valori rurali di un tempo. Sono riflessioni scomode, ma la superficialità e il populismo servono solo a vendere più tessere un anno, non a costruire il futuro. Federcaccia ha scelto la via di una intelligente coerenza e della professionalità per la tutela e la riqualificazione della caccia all’interno della società moderna. Ha scelto, cioè, di essere parte della soluzione dei problemi.
Massimo Buconi