A giugno 2024 l’Ue ha approvato la “Nature Restoration Law” ovvero il Regolamento per il ripristino della natura, con l’obbiettivo del recupero degli habitat naturali, agricoli e forestali volto a ricostituire e conservare ambienti utili all’incremento della fauna.
Sommario
EDITORIALE
TESSERAMENTO 2025
Un ventaglio di coperture insuperabili – di L.A. con il contributo di Marsh
ONLINE
La formazione a distanza – di M.D.C.
UFFICIO STUDI E RICERCHE
I risultati danno ragione! – di Michele Sorrenti
POST LIFE PERDIX
Un impegno che prosegue – di Jacopo Foti
MEETING WASH
Le Cacciatrici all’EOS Show – di Matteo De Chiara
CONCORSO FIDC 2025
Torna “A Caccia di Scatti” – a cura della Redazione
BILANCIO SOCIALE
L’effetto sulla società – a cura della Redazione
IL TIRO DI CACCIA
La sicurezza sul terreno – di Gianluca Garolini
Editoriale
RESTORATION LAW: NOI CI SIAMO, E IL PIANO?
A giugno 2024 l’Ue ha approvato la “Nature Restoration Law” ovvero il Regolamento per il ripristino della natura, con l’obbiettivo del recupero degli habitat naturali, agricoli e forestali volto a ricostituire e conservare ambienti utili all’incremento della fauna.
Fra gli aspetti degni di nota il cambio di paradigma sulla politica ambientale Comunitaria. Come non mancai di sottolineare commentandone l’approvazione, finalmente si sono superati decenni di sterile protezionismo, vuoto di significati e scarso di risultati, per muoversi verso un approccio teso a sostenere la fauna non attraverso rigidi divieti e istituzione di aree protette spesso abbandonate a loro stesse, ma con azioni concrete che offrano alle popolazioni selvatiche le migliori condizioni per vivere, crescere, riprodursi.
Sono certo, e l’ho più volte espresso, che questa sia per noi una occasione preziosa per migliorare lo status di molte specie selvatiche, a partire dalla piccola selvaggina, la cui rarefazione ha indiscutibilmente fra le cause principali proprio il degrado ambientale e non, come si vorrebbe far credere, la caccia.
All’indomani dell’approvazione della legge, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin annunciò di aver incaricato il proprio Dicastero di redigere entro due anni il primo Piano Nazionale di Ripristino della Natura, sottolineandone un “approccio corale e multidisciplinare” e il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse.
Federcaccia ha chiesto subito che nei gruppi di lavoro per il Piano ci fossero anche i rappresentanti del mondo venatorio, che attraverso ATC e CA gestiscono il 70% del territorio agro-silvo-pastorale del Paese. Ma a oggi, a metà del periodo previsto per la sua emanazione, di quel Piano, e soprattutto di un nostro coinvolgimento, poco si sa.
Vale allora la pena ricordare che dà molto prima che a Bruxelles venisse in mente di farne una legge, il mondo venatorio già ne portava avanti lo spirito e gli obbiettivi.
Pensiamo agli esempi di ripristino e conservazione realizzati ogni anno dai cacciatori italiani: dalle migliaia di ettari di aree umide gestite e/o ripristinate alla ricostituzione delle aree prative montane oppure al finanziamento a proprie spese per colture a perdere, siepi, boschetti e punti di abbeverata per la fauna. Non mancano poi esempi, sicuramente da implementare proprio attraverso il Piano, di ripristino di habitat agricoli utili alla piccola selvaggina e ai migratori legati a questi ambienti, oggi la vera emergenza, compiuti in sinergia col mondo agricolo con reciproco vantaggio.
È chiaro che il successo della legge dipenderà dalla stesura e attuazione di validi Piani nazionali ed è altrettanto chiaro che questi non possono fare a meno della presenza e valorizzazione di queste esperienze, incentivando le iniziative locali e regionali realizzate o proposte dai cacciatori.
Anche in questa occasione Federcaccia si è messa a disposizione con tutta la sua struttura sul territorio e con i tecnici e ricercatori del proprio Ufficio Studi e Ricerche, affinché questa opportunità di ricreare ambienti atti a ospitare popolazioni selvatiche sia stanziali che migratorie, non vada sprecata.
Ma soprattutto continuerà a vigilare e ad agire contro qualsiasi tentativo di far coincidere pretestuosamente “ripristino” con l’assoluto divieto di svolgere qualsivoglia operazione che non sia una assoluta – quanto inutile – tutela vuota da concrete azioni gestionali. Noi ci siamo. Adesso manca il Piano.
Massimo Buconi